martedì 26 maggio 2020

Filiera corta e innovazione

Da diversi anni il mercato agroalimentare italiano ha iniziato a comprendere l’importanza di una filiera corta e si sta evolvendo sempre di più in questa direzione ed in più zone d’Italia
I vantaggi economici e sociali di una filiera corta sono diversi: dai prezzi allo snellimento dei passaggi produttivi dal produttore al consumatore con il conseguente sviluppo delle imprese agricole, alla minore intermediazione lungo la filiera, fino ad arrivare alla maggiore liquidità a disposizione dell’agricoltore, oggi purtroppo ancora anello debole della catena.
Questo processo è indubbiamente un aspetto fondamentale per portare l’azienda agricola verso la sostenibilità, in quando è in grado se ben sfruttata, di mettere l’imprenditore agricolo nelle condizioni di sperimentare nuove dinamiche di vendita. 
Molte aziende lavorando sull’aspetto dello sviluppo e del progresso, perseguono l’obiettivo di accorciare sempre di più la filiera agroalimentare anche come modo per trovare nuovi spunti verso un consumatore sempre più esigente e attento ai propri acquisti; nascono così nuove iniziate imprenditoriali accanto alla forma tradizionale di vendita diretta, come per esempio gli agriturismi solidali, le fattorie didattiche, gli spacci aziendali, l’eCommerce ecc...

Processo virtuoso
La filiera agroalimentare è un sistema nel suo insieme molto articolato, partendo dalle materie prime, alle tecnologie, alle attività produttive, fino ad arrivare alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti, che può avvenire sotto varie forme: spaccio aziendale, mercati rionali, eCommerce.
Quando si parla di filiera corta i principali prodotti di questo sistema distributivo sono articoli freschi (latticini, salumi, carne, uova, frutta e verdura, ecc.), che avendo una shelf-life ridotta per le loro natura, si prestano maggiormente ad avere meno passaggi lungo la filiera e consentono in questo modo di avere più margini per il produttore.
Solitamente più corta è la filiera più lo sviluppo delle economie locali ne trae giovamento, in quanto aziende e tessuto sociale circostante sono messe in condizione di assorbire meglio l’impatto ambientale derivante dalle varie attività di produzione, trasformazione e commercializzazione, quando non direttamente di migliorarlo, e sempre più spesso anche la biodiversità agricola ne esce rafforzata. Anche il consumatore finale trae sicuramente dei vantaggi da questo processo, perché una maggiore trasparenza e garanzia sui prodotti che sta acquistando, significa essenzialmente sapere cosa sta mangiando.

Un esempio di prodotti freschi di filiera corta


Qualità e sicurezza
Filiera corta è sinonimo di sicurezza alimentare, in quanto oltre al controllo su standard e tradizioni che per la maggior parte seguono rigidi protocolli di produzione, trasformazione e commercializzazione, vi è anche l’importanza di sapere direttamente chi è intervenuto lungo il processo dal campo alla tavola, con il valore aggiunto che oltre ad avere pochi passaggi, il prodotto se acquistato localmente, percorre pochi chilometri non aggravando il bilancio di CO2 nell’ambiente.

Qualità e sicurezza lungo la filiera

Innovazione e digitalizzazione
L’innovazione e il mondo digitale ormai sempre più d’impatto per ogni attività,  risultano essere  indispensabili per connettere (https://maurobertuzzi.jimdofree.com/attivit%C3%A0/progetto-web/) produttori e consumatori lungo questa filiera, rafforzando dinamiche spesso dimenticate o poco considerate, abbinando ad una moderna commercializzazione come l’eCommerce, la costruzione di nuovi meccanismi di fiducia tra le parti, essenziali per alimentare un mercato sempre più smart sia per la qualità del prodotto che per la sua semplicità nel reperirlo.








martedì 5 maggio 2020

La pacciamatura

La pacciamatura è un'operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe, mantenere l'umidità nel suolo, proteggere il terreno dall'erosione, dall'azione della pioggia battente, evitare la formazione della cosiddetta crosta superficiale, diminuire il compattamento, mantenere la struttura e mitigare la temperatura del suolo (wikipedia). In pratica pacciamare significa coprire il terreno attorno le piante dell’orto o del giardino, con del materiale organico (erba, paglia, foglie secche, trucioli di legno o segatura) o sintetico (teli biodegradabili o di plastica che verranno bucati in corrispondenza delle piantine), così da evitare la crescita delle malerbe, mantenendo allo stesso tempo un certo grado di umidità nel suolo e proteggendolo allo stesso modo dall'erosione e dal compattamento.



Telo pacciamante posto sotto le aiuole in preparazione

Un po' di storia

La pratica della pacciamatura (in inglese mulching) è stata ampiamente utilizzata come strumento di gestione anche in molte civiltà antiche, per esempio nella regione delle Grandi Pianure degli Stati Uniti, dove attraverso l’adozione di coltivazioni di conservazione, ossia lasciando i residui colturali in superficie o l’impiego di pacciamature di paglia appiattita, hanno  consentito un deciso aumento della produzione.

In Italia la tecnica della pacciamatura ha iniziato a diffondersi negli anni ’20 e inizialmente con lo scopo di mantenere alta la temperatura del terreno in modo da aumentare la precocità delle colture, specialmente quelle orticole, cercando allo stesso tempo di ridurre l'evaporazione durante l'estate per conservarne l’umidita; successivamente con l’aumento e la diffusione di questa tecnica, dovuto anche all’introduzione di film plastici, si sono osservati altri e importanti effetti positivi. 

Nel 1938 grazie allo sviluppo del polietilene come film plastico, poi utilizzato come materiale pacciamante, nei primi anni ’50, la produzione commerciale degli ortaggi ha subito un notevole sviluppo. 


Gli effetti dei film di pacciamatura sul terreno

Con una corretta pacciamatura, si può mantenere il suolo più fresco o più caldo del naturale, secondo la convenienza, questi effetti dipendono dal tipo di terreno, dal clima, dalla quantità e dal tipo di materiale impiegato, dalla conducibilità termica e dalla capacità di trasmissione della radiazione solare intercettata e di quella infrarossa riemessa dalla terra (effetto serra). Più in generale la pacciamatura ha un importante effetto sullo smorzamento delle oscillazioni di temperatura diurne del suolo, invece la pacciamatura organica, aumenta il grado di calore di notte e nelle prime ore del mattino, diminuendo invece la temperatura diurna rispetto alla non pacciamatura. 

Se invece vengono utilizzati i film plastici, diventa molto importante il colore, in quanto in funzione di questo fattore il terreno può rimanere più o meno fresco; in commercio i film più utilizzati sono di colore nero o grigio fumo con diverse intensità di trasparenza in relazione alla radiazione solare, ma si possono trovare film anche bianchi e incolore.

Il film di colore nero ha la caratteristica di non modificare particolarmente la temperatura del terreno, serve soprattutto per contenere le malerbe, per questo motivo è il più utilizzato; il colore bianco invece, riflette circa l’80% della luce mantenendo il terreno più fresco; tuttavia per accentuare l’azione riscaldante del terreno è preferibile il film incolore in modo da sfruttare appieno l’effetto serra. Il film grigio fumo rappresenta una soluzione intermedia, poiché, essendo parzialmente trasparente alla radiazione del visibile, ed essendo anche trasparente all’infrarosso, riscalda anche il terreno. Attenzione però alle scottature nei periodi estivi, quando le piantine appena trapiantate, possono essere soggette se a contatto con il film. 


Azione sull’umidità del terreno

Il mantenimento dell'umidità è l’effetto positivo forse più marcato della pacciamatura. 

Vi sono tre elementi fondamentali da considerare per il bilancio idrico del terreno:

  1. infiltrazione dell'acqua, la quale viene favorita se la copertura è permeabile, mentre potrebbe essere ostacolata da coperture impermeabili come i film plastici; può esservi tuttavia un’infiltrazione laterale che porterebbe l’acqua alle radici, però in questo caso può essere difficoltosa in terreni molto permeabili, è possibile comunque risolverla con l’irrigazione sotto il telo.
  2. Evaporazione ridotta grazie alla pacciamatura di qualsiasi genere, mentre in caso di terreno non pacciamato, l'evaporazione sarà molto rapida dopo una pioggia finché non si formerà uno strato superficiale asciutto.
  3. Aumento della capacità di ritenzione del suolo grazie ad un miglioramento a livello di struttura, di macropori e di sviluppo di fauna tellurica.

Gli effetti della pacciamatura organica sulla struttura del suolo 

La pacciamatura di materiale organico (modello orto sinergico) decomponendosi arricchisce il suolo di humus e dà luogo a una struttura superficiale eccellente, favorisce allo stesso tempo il proliferare di una pedofauna che contribuisce al mantenimento del suolo allo stato disgregato e al mantenimento della struttura, che si traduce poi con un risparmio sulle lavorazioni di coltivazione.



Prose con pacciamatura organica di corteccia


Azione sull’aerazione del terreno

La pacciamatura organica migliora l'aerazione del suolo promuovendo il libero scambio di gas tra il terreno e l'atmosfera, tutto ciò viene agevolato dal miglioramento della stabilità strutturale della porosità, dalla diminuzione della formazione di croste superficiali e dal miglioramento del drenaggio del suolo in generale. Il film plastico, invece, è quasi impermeabile all’anidride carbonica rilasciata dalle radici e dalla decomposizione della materia organica nel terreno, la quale si accumula sotto lo strato pacciamante, da qui l’unica via di uscita è costituita dal foro dove è alloggiata la pianta, questo crea il cosiddetto "effetto camino" andando ad aumentare i livelli di CO2 favorevoli alla crescita attiva delle foglie vicino al foro di trapianto.


Azione sull’erosione e sul ruscellamento

Con la pacciamatura si diminuisce l'erosione del suolo la cui quota persa dal terreno, decresce esponenzialmente con l’aumento della percentuale di area pacciamata.

Se poi la copertura è di natura organica, si ha anche un contenimento del ruscellamento, favorito sia dall’aumento del tasso di infiltrazione ma anche dalla resistenza fisica che la pacciamatura contrappone al flusso dell’acqua; in generale, quindi, la perdita di acqua per ruscellamento decresce esponenzialmente con l’aumento della quantità di area pacciamata, facendo così rimanere il terreno più umido.


Azione sul ciclo degli elementi nutritivi sulla pacciamatura organica

Nei periodi secchi la maggiore umidità del suolo pacciamato consente una più continua mineralizzazione della sostanza organica e una maggiore formazione di nitrati rispetto al terreno nudo; in periodo piovoso invece, il dilavamento dei nitrati è in relazione alla maggiore o minor infiltrazione che la copertura assicura. La pacciamatura con materiali vegetali ad alto rapporto C/N (paglia, segatura, corteccia, ecc.) può rallentare la diminuzione dei nitrati nel suolo, questo perché probabilmente la relazione fra la formazione di uno strato riducente o la liberazione di composti organici solubili che inibiscono o frenano la microflora nitrificante, oppure per una nuova formazione organica di azoto nitrico nel corso della decomposizione del pacciame, favoriscono questo processo. Tuttavia, la successiva decomposizione della sostanza organica del materiale pacciamente, libera elementi nutritivi quali il Fe, il Mn, lo Zn, il Cu più altri microelementi dei quali potranno giovarsi le coltivazioni.



Prose a confronto: in rilievo prosa pacciamata, sullo sfondo prosa di orto tradizionale