Telo pacciamante posto sotto le aiuole in preparazione
Un po' di storia
La pratica della pacciamatura (in inglese mulching) è stata ampiamente utilizzata come strumento di gestione anche in molte civiltà antiche, per esempio nella regione delle Grandi Pianure degli Stati Uniti, dove attraverso l’adozione di coltivazioni di conservazione, ossia lasciando i residui colturali in superficie o l’impiego di pacciamature di paglia appiattita, hanno consentito un deciso aumento della produzione.
In Italia la tecnica della pacciamatura ha iniziato a diffondersi negli anni ’20 e inizialmente con lo scopo di mantenere alta la temperatura del terreno in modo da aumentare la precocità delle colture, specialmente quelle orticole, cercando allo stesso tempo di ridurre l'evaporazione durante l'estate per conservarne l’umidita; successivamente con l’aumento e la diffusione di questa tecnica, dovuto anche all’introduzione di film plastici, si sono osservati altri e importanti effetti positivi.
Nel 1938 grazie allo sviluppo del polietilene come film plastico, poi utilizzato come materiale pacciamante, nei primi anni ’50, la produzione commerciale degli ortaggi ha subito un notevole sviluppo.
Gli effetti dei film di pacciamatura sul terreno
Con una corretta pacciamatura, si può mantenere il suolo più fresco o più caldo del naturale, secondo la convenienza, questi effetti dipendono dal tipo di terreno, dal clima, dalla quantità e dal tipo di materiale impiegato, dalla conducibilità termica e dalla capacità di trasmissione della radiazione solare intercettata e di quella infrarossa riemessa dalla terra (effetto serra). Più in generale la pacciamatura ha un importante effetto sullo smorzamento delle oscillazioni di temperatura diurne del suolo, invece la pacciamatura organica, aumenta il grado di calore di notte e nelle prime ore del mattino, diminuendo invece la temperatura diurna rispetto alla non pacciamatura.
Se invece vengono utilizzati i film plastici, diventa molto importante il colore, in quanto in funzione di questo fattore il terreno può rimanere più o meno fresco; in commercio i film più utilizzati sono di colore nero o grigio fumo con diverse intensità di trasparenza in relazione alla radiazione solare, ma si possono trovare film anche bianchi e incolore.
Il film di colore nero ha la caratteristica di non modificare particolarmente la temperatura del terreno, serve soprattutto per contenere le malerbe, per questo motivo è il più utilizzato; il colore bianco invece, riflette circa l’80% della luce mantenendo il terreno più fresco; tuttavia per accentuare l’azione riscaldante del terreno è preferibile il film incolore in modo da sfruttare appieno l’effetto serra. Il film grigio fumo rappresenta una soluzione intermedia, poiché, essendo parzialmente trasparente alla radiazione del visibile, ed essendo anche trasparente all’infrarosso, riscalda anche il terreno. Attenzione però alle scottature nei periodi estivi, quando le piantine appena trapiantate, possono essere soggette se a contatto con il film.
Azione sull’umidità del terreno
Il mantenimento dell'umidità è l’effetto positivo forse più marcato della pacciamatura.
Vi sono tre elementi fondamentali da considerare per il bilancio idrico del terreno:
- infiltrazione dell'acqua, la quale viene favorita se la copertura è permeabile, mentre potrebbe essere ostacolata da coperture impermeabili come i film plastici; può esservi tuttavia un’infiltrazione laterale che porterebbe l’acqua alle radici, però in questo caso può essere difficoltosa in terreni molto permeabili, è possibile comunque risolverla con l’irrigazione sotto il telo.
- Evaporazione ridotta grazie alla pacciamatura di qualsiasi genere, mentre in caso di terreno non pacciamato, l'evaporazione sarà molto rapida dopo una pioggia finché non si formerà uno strato superficiale asciutto.
- Aumento della capacità di ritenzione del suolo grazie ad un miglioramento a livello di struttura, di macropori e di sviluppo di fauna tellurica.
Gli effetti della pacciamatura organica sulla struttura del suolo
La pacciamatura di materiale organico (modello orto sinergico) decomponendosi arricchisce il suolo di humus e dà luogo a una struttura superficiale eccellente, favorisce allo stesso tempo il proliferare di una pedofauna che contribuisce al mantenimento del suolo allo stato disgregato e al mantenimento della struttura, che si traduce poi con un risparmio sulle lavorazioni di coltivazione.
|