Visualizzazione post con etichetta orto biologico. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta orto biologico. Mostra tutti i post

martedì 30 luglio 2024

La funzione delle malerbe nell'orto

Con il termine di pianta infestante (oppure malerba o popolarmente erbaccia), si intende una pianta che non rivestendo alcuna funzione ritenuta utile per la produzione orticola, andrà a danneggiare le piante esistenti entrando in competizione con esse o diventando parassita.

Le infestanti per definizione possono essere:

  • piante poliennali che si riprodurranno in modo vegetativo oppure in grado di rimanere nel terreno per diversi anni, quali per esempio: Gramigna, Achillea millefoglie, Artemisia comune, Vilucchio, Ortica, Tarassaco, ecc.
  • Piante annuali che si riproduranno da seme, spesso con un forte potenziale riproduttivo, quali per esempio: Erba morella, Sorghetto, Acalifa, Amaranto comune, Borsa del pastore, Camomilla comune, Carota selvatica, Centinodia, Centocchio comune, Cespica annua, Farinaceo comune, Giavone, Papavero, ecc.

Il controllo delle infestanti in un orto circolare si attuerà esclusivamente con l'ausilio di pratiche agronomiche attraverso una metodologia preventiva e di gestione, le più importanti sono:

  • evitare che i semi delle infestanti possano entrare nell’orto attraverso la disseminazione mediante un controllo delle parti non curate, come ad esempio in una strada limitrofa all’appezzamento orticolo oppure in zone vicine con crescita di vegetazione spontanea. 
  • Prestare attenzione se si dovesse utilizzare letame per la concimazione, non adoperare mai quello fresco, in quanto essendo formato da paglia, questa potrebbe essere infestata; inoltre, le deiezioni degli animali potrebbero contenere semi di infestanti. Pertanto, meglio usare letame maturo con adeguata maturazione aerobica di 9 mesi minimo, in questo modo eviteremo possibili effetti dannosi. 
  • Controllare sempre la purezza della semente assicurandosi che non sia contaminata da semi o frammenti di piante infestanti.
  • Procedere con adeguate rotazioni colturali.
  • Attuare una pacciamatura naturale con un corretto mantenimento annuo.

Rimane comunque fondamentale imparare a riconoscere la flora spontanea già nei primi stadi del suo sviluppo, consentirà in questo modo di capire come gestirla al meglio, cercando di limitare la sua azione competitiva nei confronti delle piante coltivate.

Per le colture orticole la funzione di alcune malerbe, sarà quella di indicarci la presenza di diversi organismi dannosi, in particolare gli insetti, aiutandoci ad intensificare il monitoraggio nelle coltivazioni presenti nel nostro orto circolare.


Ortica in piena fase vegetativa



Una caratteristica delle erbe infestanti sarà la capacità di ospitare diversi insetti utili (ausiliari) che, a seconda della loro necessità, potranno trovare su di esse fonti importanti di nutrimento sia a livello animale come prede da divorare o organismi da parassitare, e sia a livello vegetale come il nettare, il polline, la melata e vari succhi vegetali. Per esempio, la melanzana e lo zucchino che hanno come insetto comune dannoso l’afide Aphis gossypii in grado di attaccare le colture nel loro periodo vegetativo (metà primavera, inizio autunno al nord in pianura padana), se avessero vicino alla coltivazione piante (esempio siepi naturali) in grado di offrire rifugio agli insetti antagonisti, la coltura ne gioverebbe, in quanto questi predatori naturali attraverso la lotta biologica neutralizzerebbero l’attacco. 

I nemici presenti in natura degli afidi sono: Coleotteri Coccinellidi, Neurotteri Crisopidi, Ditteri Sirfidi e Ditteri Cecidomidi, Imenotteri parassitoidi, Acari predatori del genere Allothrombium.

Considerando che gli attacchi di molti di insetti si ripetono sistematicamente ogni anno (esempio la dorifora sulla patata), l’uso di flora spontanea come “informatore spia”, darà anche l’opportunità di attivare delle misure di contenimento nel periodo e nella migliore modalità. Ad esempio, ai margini o fra le fila di una coltivazione di lattuga o radicchio, potremmo lasciar crescere alcuni esemplari di grespino rosso, in quanto questa pianta potrà fungere da specie ospite per gli afidi delle due colture, utilizzandola quindi come indicatore di una possibile infestazione. Attenzione però, perché per monitorare la presenza di un insetto dannoso non bisognerà concentrarsi solo sull’osservazione della flora spontanea, in quanto andrà ispezionata sempre e comunque anche la coltura, la presenza di malerbe utili ci supporterà a rendere più efficace il monitoraggio ma non a sostituirlo.

Le erbe spontanee così come possono ospitare un parassita, possono anche fornire un alimento ai suoi nemici naturali, facendoli avvicinare in prossimità delle coltivazioni, per questo motivo la loro eliminazione va fatta in modo ragionato considerando il contributo che gli organismi utili possono portare nel controllare quelli dannosi.

La quantità della flora spontanea da preservare non dovrebbe mai limitare l’attività delle colture; pertanto, possiamo pensare di avere un rapporto di uno a quattro: 5 piante ogni 20 mq di orto, distribuite fra le file coltivate o lungo i bordi. Tuttavia, qualora le malerbe utili dovessero diventare un pericolo per le coltivazioni per il nostro orto circolare, perché su di esse rileveremo sintomi di virosi o malattie fungine dannose per le colture presenti, oppure non fossimo sicuri che questo tipo di piante siano davvero valide, dovremmo evitare di lasciarle crescere andando ad estirparle.


Farinaccio comune - pianta annuale in grado di monitorare altiche delle crucifere, 

afide delle cucurbitacee e afide nero della fava; ospita anche insetti utili




domenica 14 aprile 2024

L''orto

Il termine deriva dal latino hŏrtu(m)[«giardino» (occitano òrt, catalano hort, spagnolo huerta', portoghese horto), corrispondente al termine in greco antico χόρτος?, chórtos, "cortile", al gallico garth, all'alto tedesco antico garto (cfr. tedesco Garten e inglese garden), gotico 𐌲𐌰𐍂𐌳𐌰, garda (da cui forse lo slavo antico gradŭ, in russo город?, górod), da una radice indoeuropea *gʰórdʰos, «recinto»)[. (https://it.wikipedia.org/wiki/Orto) 



Perché fare l'orto

L’orto è una passione che può essere alla portata di tutti, per ottenere dei buoni risultati richiede solo alcune accortezze, buona volontà e soprattutto costanza, perché coltivare verdure può rivelarsi più semplice di quel che si crede.

Il senso di fare un orto sta nel volere, per le motivazioni più varie, prendersi cura della terra in modo che la terra si prenda cura di noi. Per il tempo che le dedichiamo ed è tempo sì di sforzo fisico ma è tempo di pianificazione, di pensiero, di organizzazione, di coordinamento e condivisione di compiti.

Produrre ortaggi propri è poi un ottimo modo per risparmiare anche denaro mentre ci si immerge in un esperienza unica nella natura. Inoltre, coltivare le proprie verdure, può consentire anche un risparmio economico qualora si riuscisse ad avere una certa autosufficienza di produzione, ma è anche utile per valorizzare e riscoprire il gusto e la consistenza dei propri ortaggi comparandoli con quelli acquistati. 

Sono diverse le formule sperimentate per avvicinarsi a questo tipo di esperienza: dagli orti urbani condivisi, a quelli in affitto, dai più tradizionali orti familiari, magari nel proprio piccolo pezzo di terra vicino casa, o più semplicemente ai piccoli orti realizzati sul proprio balcone.



Tipologie di orto

Ci sono diversi tipi di coltivazione orticola, da quello convenzionale (con l'ausilio della chimica), a quello biologico o sinergico fino ad arrivare al modello di orto naturale (praticato dal sottoscritto).

Quando si parla di orto biologico, si fa riferimento alla differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale, consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell'agrosistema che nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'orto biologico si fonda sul rispetto dell'agrosistema e dell'ambiente, pur essendo in parte basata sull'ausilio di fitosanitari, che, al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale. 

L’Agricoltura Sinergica invece, è un metodo di coltivazione elaborato dalla permacultrice e agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si tratta di un metodo agricolo naturale che si basa principalmente sull’osservazione dei processi naturali che portano alla presa di coscienza che è necessario mantenere l’organismo suolo autonomo ed in grado di rigenerarsi in relazione ai diversi elementi che possono essere equilibrati e protetti. Tale metodologia si basa essenzialmente sull’autofertilità del terreno e prevedere delle tecniche che, se correttamente applicate, permettono all’orticoltore di scegliere le sementi, studiare come consociarle, progettare gli spazi, il tutto in armonia con una corretta produzione vegetale e sostenibile ecologicamente.






giovedì 30 novembre 2023

Orto sul terrazzo: alcuni piccoli consigli

La coltivazione dell’orto sta diventando uno degli hobby più apprezzati. Di recente questa passione si sta diffondendo sempre di più anche fra coloro che, vivendo in un appartamento in città, decidono di coltivare verdure e piante officinali sul proprio balcone. L’interesse per l’auto-produzione di ortaggi “nostrani” sta diventando sempre di più una moda, anche per il desiderio di consumare cibi più naturali, senza dimenticare i prezzi ormai esorbitanti della verdura. Unico inconveniente non da poco è l’inquinamento dell’aria delle nostre città: pertanto, visto che le verdure vengono semplicemente lavate con acqua o al massimo con bicarbonato di sodio, meglio sarebbe prevenire l’accumulo di sostanze inquinanti su foglie e frutti coprendoli con teli sottili di tessuto non tessuto (TNT), in grado di filtrare gran parte delle sostanze nocive, lasciando filtrare invece acqua e raggi solari.


Realizzazione
Per realizzare una piccola coltivazione sul proprio balcone in grado di fornire una discreta produzione di ortaggi, basterebbe per esempio riservare il fronte della balconata alle piante da fiore e lo spazio interno a ridosso dei muri, agli ortaggi in vaso, prestando molta attenzione al fatto che il muro non si riscaldi troppo e vada ad ustionare le piante. Se si dispone di balconi di grandi dimensioni, possono essere adottate soluzioni diverse, come per esempio i cassoni di 1 metro di lunghezza per 1 metro di larghezza, che costituiscono una vera e propria aiuola e permettono la coltivazione di più specie


Coltivazione
La prima operazione è la preparazione dei vasi che dovranno contenere dapprima argilla o ghiaietto sul fondo e quindi terriccio. E’ possibile utilizzare anche normale terra da orti al posto del terriccio universale in sacchi presente in commercio. Al terriccio è consigliabile aggiungere un po’ di sabbia grossolana (circa il 10- 15%), perché gli ortaggi prediligono substrati ben drenanti, senza dannosi ristagni idrici. I vasi da utilizzare possono essere di due tipi: in plastica o in terracotta; questi ultimi più adatti alla coltivazione perché permettono la traspirazione e mantengono più fresco il terriccio. Il vantaggio dei vasi in plastica è rappresentato dal minor peso, molto comodo se sono necessari frequenti spostamenti per semine (come per l’insalata) o per riparare le piante da temporali estivi.
I vasi posso avere diverse forme e dimensioni: quelli di diametro piccolo potranno essere utilizzati per singole piante (per esempio le aromatiche timo e menta), ma in genere sono da sconsigliarsi perché occupano più spazio e necessitano di più frequenti apporti di acqua; meglio sarebbe utilizzare contenitori più grandi di forma quadrata o rettangolare, dove più piante potranno essere sistemate. E’ possibile sistemare in un unico contenitore alcune piante aromatiche, come il timo e il dragoncello, magari sistemandole alla base di pomodori o zucche, così da favorire il mantenimento dell’umidità del terreno. Per risparmiare e utilizzare al massimo lo spazio, potrebbero essere impiegate le cassette della frutta (quelle di legno da ortolano), per coltivare nello stesso spazio: insalata, fragole e ortaggi a radice corta. Le cassette dovranno essere foderate con un film plastico, bucherellato sul fondo e riempito poi di terriccio. Per alcune piante perenni come per esempio il rosmarino e la salvia, sarebbe opportuno prevedere vasi di maggiori dimensioni, perché queste piante vivono diversi anni. Per quanto riguarda le dimensioni dei vasi, in generale si può pensare a contenitori di almeno 40 x 40 cm, mentre la profondità è importante per permettere un’adeguata crescita; per esempio per le piante ad elevato sviluppo fogliare, come le zucchine e i pomodori, bisogna impiegare vasi profondi, mentre in quelli di 20-25 di terra crescono rachitiche e sofferenti. Per questo tipo di piante, la profondità consigliata è di circa 40 cm di terra, che significa un vaso da almeno 50 cm di altezza. Altro parametro molto importante è la densità di semina e quindi di sviluppo, che per quanto elevata non dovrebbe mai superare una certa soglia, tenendo presente che una certa vicinanza delle piante favorisce il mantenimento di un’adeguata umidità e frescura. Per iniziare, si consiglia di partire con un vaso di piante aromatiche e uno di pomodori, da sistemare vicini al muro per sfruttare la parete come sostegno (stando attenti a non far ustionare le piante, quindi controllare sempre la
temperatura del muro, anche solo appoggiando una mano). Al posto dei pomodori si potrebbero piantare anche melanzane o peperoni, ma dalla mia esperienza, i pomodori sul balcone sono la migliore coltura da utilizzare, anche perché più semplici da coltivare. Possibile anche piantare le zucchine: per esempio, in un vaso da 50 cm, possono crescere bene un paio di piantine. Molto importante sarà la messa a dimora delle piantine: il cui periodo ottimale è tra la fine di marzo e la fine di aprile (meglio di sera, dopo il tramonto), quando temperatura e umidità sono ideali. Per le colture orticole da balcone è da preferire il trapianto alla semina, che da minor certezza di germogliazione. Gli apporti idrici dovranno essere frequenti, ma mai troppo abbondanti e variabili a seconda dello stadio di sviluppo della pianta (maggiori quando è in forte crescita). L’irrigazione non dovrà mai essere a pioggia, ma dovrà essere sul terreno e preferibilmente sui bordi, questo perché permetterà all’acqua di bagnare lentamente il terriccio intorno alle radici, senza creare shock termico alle piante. Nel periodo di piena produzione, se dovessero mancare le piogge, sarà necessario irrigare tutti i giorni, sempre di sera, dopo il tramonto: in questo modo le piante verranno meno sollecitate e avranno tutta la notte per assorbire acqua. Meglio lasciare riposare l’acqua nell’annaffiatoio alcune ore in modo che raggiunga la temperatura dell’ambiente (mai irrigare con acqua fredda, come spesso è l’acqua del rubinetto). La concimazione dovrà essere dosata e calibrata, questo perché un eccesso potrebbe danneggiare le radici delle piante. Per un adeguato apporto di elementi nutritivi, si consiglia di mescolare al substrato, del terriccio di lombrico, che può essere impiegato per qualsiasi coltura. I concimi liquidi necessitano una maggior attenzione nell’utilizzo, in quanto basta un dosaggio leggermente sbagliato per provocare danni gravi all’apparato radicale delle piante. Possono essere usati tranquillamente anche i concimi minerali in granuli, molto facili da reperire e da utilizzare. In generale le cure e la lotta ai parassiti e alle malattie, sono quelle dell'orto comune, anche se, in genere, le piante sul balcone presentano meno problemi parassitari e di malattie.



Gli attrezzi
L’attrezzatura necessaria sarà minore rispetto ad un orto normale: quella minima dovrà comprendere i guanti, una zappetta e una piccola pala, uno o più contenitori in plastica, un annaffiatoio.


giovedì 13 aprile 2023

HUMUS E SOSTANZA ORGANICA

Spesso i termini humus e sostanza organica vengono utilizzati come sinonimi, tuttavia si tratta di un errore. La sostanza organica del terreno è costituita da due parti principali suddivise in “labile”, ossia formata da composti organici di base come gli zuccheri, peptidi, proteine enzimatiche e acidi nucleici (che possono essere presenti liberi nel terreno) e parte “stabile”, cioè l’humus. 
L’humus detto anche componente di valore, è in grado di migliorare le caratteristiche fisiche e strutturali, chimiche e biochimiche del suolo con funzioni parzialmente nutrizionali e importanti come le attività microbiche.



La sostanza organica

La sostanza organica del suolo è l'insieme dei composti organici presenti nel terreno di origine sia animale che vegetale, questo agglomerato eterogeneo sotto diversi aspetti, è in gran parte compreso fra i costituenti della frazione solida ed è prevalentemente di origine biologica.

La sostanza organica non s'identifica a rigore nell'humus, anche se spesso si tende ad usare i due termini come sinonimi.

È presumibile che una dotazione elevata di sostanza organica non si accompagni necessariamente ad un tenore elevato in humus con riflessi fondamentali sulle proprietà chimiche del terreno; tuttavia, un suolo può essere soggetto ad un intenso accumulo di sostanza organica non decomposta a causa di una stentata umificazione o, al contrario, vedere una mineralizzazione rapida e intensa, che sottrae gran parte della sostanza organica ai processi finali dell'umificazione. Queste tendenze sono regolate da molteplici fattori, i più rilevanti sono:

  • condizioni climatiche legate alle precipitazioni, alla temperatura e, eventualmente, al loro decorso stagionale;
  • potenziale di ossidoriduzione del terreno;
  • attività biologica e composizione della biocenosi (in ecologia il termine biocenosi derivante dal greco indica la comunità delle specie di un ecosistema che vive in un determinato ambiente) edafica;
  • il rapporto C/N della sostanza organica indecomposta.

La sostanza organica vegetale nel terreno è soggetta all’attività degli organismi viventi del suolo attraverso processi di decomposizione, fermentazione e trasformazione, fino al conseguimento dell’humus. 

Il principale componente della sostanza organica è il carbonio, che forma vari composti con l’ossigeno, l’idrogeno ed anche con l’azoto, il fosforo e lo zolfo, più composti inorganici come le ceneri. 

I residui vegetali e animali immessi nel terreno come per esempio la paglia, le stoppie, gli stocchi e il letame, saranno soggetti in tempi più o meno brevi, a complessi fenomeni biologici di carattere fisico-chimico di trasformazione da queste sostanze in humus, per arrivare poi al loro disfacimento; questi processi di trasformazione della sostanza organica prendono il nome di umificazione e mineralizzazione. 



Scorcio di terreno agrario fertile in una prosa di orto circolare



L’humus

L'humus è un componente chimico del terreno, pedologicamente omogeneo, di colore bruno e formato da prodotti di vario grado di polimerizzazione, frutto della degradazione e rielaborazione della sostanza organica della terra. È un complesso di sostanze organiche presenti nel suolo e rappresenta la parte più attiva sotto l'aspetto chimico e fisico della sostanza organica del terreno, interagisce con la frazione minerale e con la soluzione circolante influenzando le proprietà chimiche e fisiche della terra. 



Humus nel terreno di orto circolare con residuali vegetali in decomposizione


Il colore scuro del terreno superficiale è dato dalla presenza di humus, ossia il prodotto della materia animale e vegetale morta (nella fattispecie vegetale), decomposta e trasformata dai microrganismi del suolo. Oltre ad essere ricco di azoto, elemento indispensabile alla vita delle piante, l’humus ha un elevato potere assorbente, trattiene acqua e calore, creando le condizioni adatte alla vita della pedofauna presente (lombrichi in primis). Un’altra importante peculiarità è quella di svolgere una complessa funzione regolatrice sulla fertilità del terreno, la quale non sarebbe possibile senza la sua presenza. 


Per concludere possiamo affermare che la sostanza organica svolge un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio ecologico del terreno, rispettare tale equilibrio significa per preservarne la fertilità.






martedì 28 febbraio 2023

Perché fare l'orto

Con il termine orto si indica di solito un appezzamento di terreno dal quale, a seguito di lavorazione, si ricavano vegetali e funghi commestibili - dietologicamente, gastronomicamente e commercialmente noti come frutta e verdura oppure ortaggi - officinali, tessili ed ornamentali nonché mutuali. (https://it.wikipedia.org/wiki/Orto) 


L’orto è una passione che può essere alla portata di tutti, per ottenere dei buoni risultati richiede solo alcune accortezze, buona volontà e soprattutto costanza, perché coltivare verdure può rivelarsi più semplice di quel che si crede.

Lavorare un appezzamento o un semplice balcone, per iniziare, serve anche per avvicinarsi alla “terra” e comprendere che i ritmi della natura, essendo diversi da quelli imposti dall’uomo, ben si conciliano con il fisico, perché più adeguati al benessere sociale della persona; inoltre, mantenere la biodiversità orticola ed evitare la perdita di numerose varietà autoctone, è fondamentale tanto quanto l’aspetto produttivo. 

Fare un orto è anche un’attività soddisfacente ed educativa, adatta pure come esperienza utile per i bambini, oppure per la riabilitazione in ortoterapia. Chiunque abbia un piccolo appezzamento di terreno, ma anche un semplice balcone, passione per l’ambiente e la natura, può farlo.

Sul web e in libreria, sono presenti diversi libri sull’ orto biologico, biodinamico, sinergico, biointensivo, tradizionale e in generale sulla coltivazione e i suoi metodi, questo manoscritto invece,  vuole essere un percorso che, diversamente da quanto già presente in commercio, non aspira a ripercorrere gli stessi contenuti e le stesse forme di comunicazione, ma cerca attraverso i principi cardine della coltivazione senza residui chimici, che potremmo definire biologica con principi sinergici, di utilizzare pratiche agronomiche e concetti base di economia circolare, fornendo elementi chiari per approcciarsi all’orto in maniera differente. 

Cercare di dare contenuto ai sogni e alle passioni è sempre difficile; tuttavia, in questo libro, cerco attraverso un linguaggio comprensibile, di fornire elementi chiari a tutti coloro che vogliono coltivare un orto naturale (io definisco bioorto) attraverso dei principi di circolarità (da economia circolare) che consenta di avere le basi per autoprodurre in maniera semplice e sana ortaggi naturali.

L’obiettivo di questo manoscritto è quello di trasmettere concetti tecnici di orticoltura mediante elementi di economia circolare legati al recupero e al riciclo, nel tentativo di valorizzare anche quegli aspetti che inevitabilmente finirebbero il proprio ciclo produttivo come scarto. Adatto ad appassionati e principianti, nelle pagine di questo manuale troverete consigli per una coltivazione in pieno campo inteso come appezzamento di terra per chi avesse la possibilità di avere terreno, oppure per coloro che non avessero l’opportunità di coltivare in un’apposita area orticola, indicazioni per operare sul balcone di casa. 

Dopo aver letto questo libro, per chi fosse alle prime armi, si avranno informazioni necessarie per poter iniziare a coltivare il proprio orto, mentre, per chi fosse già esperto, si potranno avere visioni diverse di coltivazione rispetto alle metodologie tradizionali.

In questo manoscritto saranno fornite le nozioni base di Agronomia, Chimica del terreno, Ecologia e di difesa vegetale, che permetteranno di approcciare la coltivazione orticola in maniera naturale e nel rispetto dell’ambiente, così da avere ortaggi autoprodotti sani e salubri. Saranno altresì forniti concetti base di economia circolare, che applicati all’orticoltura, daranno la possibilità da una parte di vedere il ciclo produttivo dell’orto attraverso una visione di risorse e non di scarti, dall’altra approfondire nozioni di economia che potrebbe poi essere applicato in moltissime situazioni di vita comune.

Vi saranno esempi utili e laddove possibile, anche fotografie, basate sulla mia esperienza e sui miei studi che consentiranno di poter applicare in pratica i concetti esplicati nei vari capitoli.


Per chi volesse seguire un corso sull'orto naturale attraverso la logica della circolarità mediante una coltivazione basata sul recupero e il riciclo, attraverso conoscenze di base di chimica, agronomia, patologia vegetale, concimazione, consociazione e rotazione delle colture orticole. Qui trovate il mio corso




Agr.Dott. Mauro Bertuzzi



⏪back⏩



martedì 6 dicembre 2022

Come fare il compost

 Per avere un buon compost è opportuno conoscere alcuni aspetti, fra cui il fatto che che sono gli organismi decompositori del suolo a produrlo, pertanto questi microrganismi per vivere, hanno necessità di avere di tre requisiti fondamentali:

  1. Mix di nutrienti (giusto rapporto C/N)
  2. Il corretto rapporto tra il carbonio e l’azoto, consente di avere un nutriente appetibile ai microrganismi decompositori affinché possano avere un adeguato substrato che gli consenta di sopravvivere semplificando e velocizzando la loro attività, ed evitando nel contempo rallentamenti che possano bloccare il processo.
  3. La corretta relazione fra C/N è di 24 a 1 (rapporto empirico), che tradotto in pratica significa inserire il doppio del materiale carbonioso rispetto a quello azotato: 
  1. Verde = Azoto 
  2. Giallo o Beige = Carbonio

Schematizzando il concetto



La fermentazione

La fermentazione del compost domestico lavora in ambiente aerobico, ossia in presenza di aria, requisito fondamentale per fare compostaggio nel modo corretto, pertanto un buon compost non deve puzzare.

Se il compost puzza, è un indice di una cattiva fermentazione che invece di lavorare in ambiente aerobico, lavora in maniera anaerobica, le cui cause principali sono un eccessiva umidità, oppure al contrario un insufficiente umidità che non fa partire il processo di decomposizione.

Dato che il compostaggio avviene grazie all’azione di parecchi batteri e microorganismi che lavorano per decomporre le sostanze organiche per avere così un compost omogeneo è fondamentale che i microorganismi aerobi che vivono in presenza di ossigeno, abbiano una corretta areazione del cumulo: perché se troppo alto o molto pressato l’aria non circolerebbe. Qualora invece l’aria circola, i batteri riescono ad agire al meglio in tutte le parti del cumulo e la materia si decompone nel modo migliore senza avere nessun tipo di marciume. Se fosse fatto all’aperto, è importante tenere il compost sempre nella stessa zona, affinché i microorganismi possano creare il loro ambiente e stabilirsi in quell’area. L’ideale sarebbe avere un punto marginale dell’orto evitando eventuale ristagno idrico e dove magari non dia fastidio esteticamente.

Se l’umidità fosse poca il compost manterrebbe il volume con la logica conseguenza di non abbassarsi (fenomeno visibile ad occhio), in questo caso per aumentarne la quantità sarebbe opportuno annaffiarlo, anche se poi ci vorranno circa tre settimane per vedere un sensibile cambiamento di volume del mucchio, cercando a giorni alterni o periodicamente (anche una volta la settimana) di bagnarlo e rimescolarlo. 

Al contrario se l’umidità fosse eccessiva il compost non manterrebbe il volume con la logica conseguenza di abbassarsi e magari puzzare, per cui se ci dovessimo accorgere che il mucchio fosse troppo umido, possiamo prendere un bastone e piantarlo al centro, dopodiché con altri bastoni creiamo dei fori laterali, come fossero delle gallerie che si collegano al foro centrale. Questo per creare una specie di camino artigianale che consentirà una corretta circolazione dell’aria in modo da ristabilire il giusto grado di umidità. 

Un ulteriore accortezza per cercare di avere la giusta fermentazione per un compostaggio domestico di qualità, è quella di aggiungere della paglia ogni volta che metteremo l’umido vegetale (questo per equilibrare il rapporto C/N). 

Bene ricordarsi sempre di verificare che il compost non abbia odore con le conseguenti muffe, a che perché un ottimo compost dovrà essere consistente come la terra scura di bosco senza avere fastidiosi odori. 



Come utilizzarlo

Nell’orto occorre spargere il compost uniformemente sul terreno e poi zappettarlo un poco in modo che possa essere incorporato al primo strato di suolo, idealmente nei 15 centimetri superiori alla superficie oppure anche in maggiore profondità utilizzando appositi strumenti. 

Come concimazione di fondo almeno un mese circa prima della semina o del trapianto delle orticole, mentre se dovessimo concimare in corso di coltivazione, prestare attenzione alle quantità da utilizzare, in orto biologico le giuste quantità si stima che occorrano all’incirca 3/5 kg di compost per mq, trattasi  però di una valutazione empirica in quanto per essere più specifici sarà opportuno valutare:

  1. le caratteristiche del terreno (limoso, sabbioso, medio impasto, ecc.)
  2. quanto è stato sfruttato in precedenza il suolo (che tipo di coltura era sta impiantata)
  3. tipo di orticola che si andrà a coltivare (azoto fissatrice o depauperatrice)

Attenzione quindi che l’indicazione di 3/5 kg può essere utile come informazione per fare un buon orto a livello famigliare impiantando ortaggi misti. 

Il compost per i fiori in vaso va utilizzato mischiandolo con altra terra, se fosse ben maturo si può utilizzare anche senza mix, prestando sempre attenzione che tipo di pianta floricola si vuole piantare, secondo la logica vista per l’orto biologico. 

In orticoltura sinergica o naturale, viene impiegato come terriccio base per le sue peculiarità fertili come semenzaio.





martedì 6 settembre 2022

Il Compost

Il compost, detto anche terricciato o composta, è il risultato della bio-ossidazione e dell'umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba falciata) da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici della materia coinvolta nella trasformazione.

All'interno del cosiddetto ciclo dell'organico, il compostaggio, o biostabilizzazione, è un processo biologico aerobico e controllato dall'uomo che porta alla produzione di una miscela di sostanze umificate (il compost) a partire da residui biodegradabili vegetali sia verdi sia legnosi o anche animali mediante l'azione di batteri e funghi.

Una volta prodotto, può essere utilizzato come ammendante, destinato poi per usi agronomici o per florovivaismo. Il suo utilizzo, con l'apporto di sostanza organica migliora la struttura del suolo e la disponibilità di elementi nutritivi (composti del fosforo e dell'azoto). Come attivatore biologico aumenta inoltre la biodiversità della microflora (Wikipedia).


Che cos’è il compost

La natura come modello di riferimento, insegna che nessuna fonte energetica viene sprecata, per questo motivo qualsiasi risorsa, diventa fonte di energia per altri esseri viventi, pertanto, seguendo questo concetto, è molto importante cercare di  il fare compost seguendo i ritmi naturali.

Il compostaggio domestico è un’attività che viene utilizzata per gestire in proprio la frazione organica presente nei rifiuti solidi urbani prodotti in ambiente domestico (di origine prevalentemente alimentare), per praticarlo è sufficiente disporre di un’apposita area del giardino, oppure uno spazio preferibilmente soleggiato sul terrazzo/balcone, in cui accumulare gli scarti alimentari della cucina e /o quelli dell’orto/giardino.

Esempi pratici possono essere la morte di un animale oppure la caduta di una foglia, che, terminato il proprio ciclo di vita, vengono trasformati dai batteri e quindi riutilizzati, in questo modo l’ecosistema si auto mantiene data l’interconnessione evidente.

Per produrlo è possibile utilizzare un contenitore detto compostiera atto a favorire l'ossigenazione e a conservare il calore durante l’inverno attraverso compostiere prodotte industrialmente, ma è anche possibile costruirle in casa con materiali di recupero.

Al termine del periodo di compostaggio sarà ottenuto un terriccio molto simile a quello industriale acquistato e presente negli appositi negozi, con la differenza che quest’ultimo sarà prodotto mediante rivoltamento meccanico, anche se poi i procedimenti per ottenerlo sono i medesimi.



Perché fare il compost

Il compostaggio domestico è un’ottima pratica di gestione dei rifiuti anche di casa atta alla massima 

diminuzione e al recupero.

La decomposizione dei rifiuti verdi organici avviene in maniera del tutto naturale recuperando e trasformando così il rifiuto organico che diventerà materiale fertilizzante l’ orto o il giardino.

Riducendo le quantità di rifiuti organici conferiti in discarica si eliminerà anche la quantità di biogas e percolato dannosi per l‛ambiente, abbattendo nel contempo la C02, perchè non impiegando mezzi di trasporto per la raccolta del rifiuto, esso diventerà uno scarto a Km 0.

A altri vantaggi pratici da considerare sono:

    • Consente di ottenere importanti benefici ambientali ed economici
    • Laddove vi sono comuni che applicano la tariffa puntuale sulla TARSU consente un risparmio
    • Nessuna spesa (o minima) sull‛acquisto di fertilizzanti per l‛orto ed il giardino
    • Può essere fatto mediante apposito contenitore sia in un orto/giardino oppure anche in ambiente domestico sul balcone/terrazzo
    • Attraverso una logica naturale e circolare, i rifiuti una volta terminata la loro vita, vengono decomposte tornando al ciclo naturale sotto forma di humus

Quale compostiera

La scelta del luogo è fondamentale: il compostaggio deve essere fatto in un posto comodo, facilmente accessibile e senza che sia di intralcio. Se fatto bene il compost non puzza ma alcuni materiali possono comunque provocare odori.

Fondamentale considerare nella scelta della posizione due fattori:

  1. l’ombra è molto importante in estate 
  2. il sole in inverno

per questi motivi se impiantato in un orto/giardino l’ideale è farlo sotto una pianta (recuperando così anche le foglie autunnali), mentre se creato su di un balcone/terrazzo, va posizionato in una zona ove i due requisiti indicati possano essere rispettati.

Oltre ad acquistarla, una compostiera è anche possibile auto produrla le cui modalità principali sono:

  1. Cumulo (solo se si dispone di un orto/giardino): è il sistema più semplice in quanto non richiede strutture ed è correttamente aerato, necessità però di parecchio spazio: base di almeno 100 cm, lunghezza di non meno di 100 cm, altezza di circa 80 cm a sezione triangolare, il tutto a vista 
  2. Compostiera: le compostiere sono utilizzabili sia per il compostaggio domestico su balcone/terrazzo e sia in orto/giardino. Se creata o acquistata e bene gestita, non infastidisce esteticamente, limita gli odori e ottimizza allo stesso tempo gli spazi. Le dimensioni possono variare a secondo dello spazio disponibile.
  3. A Buca: fare una buca esterna (sempre per ambienti con orto/giardino) ove viene riparata esteticamente, tuttavia è opportuno fare molta attenzione nella sua impostazione, è fondamentale evitare siano ristagni di acqua, sarà pertanto basilare arieggiare il materiale depositato, diversamente si rischiano marciumi e di conseguenza cattivi odori (fermentazione anaerobica).


Cosa mettere nella compostiera

Per fare il compost nel modo corretto e avere così un ottimo compostaggio domestico, occorre prestare attenzione alla materia prima utilizzata; vi sono cibi ed altri scarti ideali altri invece lo sono di meno o non lo sono.

Gli scarti devono comprendere i rifiuti della cucina, che contengono bucce di verdura, avanzi di cibo, residui dell’orto e giardino, quali ramaglie e sfalcio d’erba, vanno bene anche carta e cartone, però se non trattati con inchiostri o materiale plastico e devono essere di materia carboniosa utilizzabile.

Attenzione alle bucce di arancia, limone e agrumi in genere, perché sono lente a degradarsi per via delle sostanze cerose naturali che vanno a creare una patina di un materiale acido.

Spesso si legge che gli agrumi non debbano essere compostati, essendo però sempre sostanza organica, può essere utilizzata nella compostiera o nel cumulo, l’importante è sminuzzare le bucce per accelerare il processo e regolare il dosaggio, evitando però eccessi.


Cosa utilizzare 

Gli avanzi di cucina, residui della pulizia delle verdure, bucce, ecc..

Fondi di tè e caffè

Gusci d’uovo

Scarti del giardino e dell’orto, come legna di potatura, sfalcio dei prati, foglie secche, fiori appassiti, gambi…

Materiali biodegradabili, come carta non patinata, cartone, segatura e trucioli provenienti da legno non trattato


Prestare attenzione a 

Pane secco

Avanzi di cibo di origine animale

Cibi cotti (piccole quantità, perché attrarrebbero insetti ed animali)

Foglie di piante poco degradabili come magnolia, lauroceraso, faggio, castagno, aghi di pino. Fondamentale miscelare con cura con altri materiali più degradabili

Agrumi


Cosa evitare assolutamente

Cenere di sigaretta

Tessuti

Vernici e altri prodotti chimici

Carta patinata come riviste

Legno verniciato

Piante malate, come per esempio dopo una virosi o batteriosi, questo per evitare il rischio di contaminazione

Resti di piante trattate con insetticidi o residuali chimici


Gli scarti di origine animale

Porre attenzione a questi scarti perché anche se cotti, potrebbero alterare il processo, in quanto essendo molto ricchi di azoto, tendono ad andare presto in putrescenza, rischiando così di richiamare animali nei dintorni (cani, gatti in genere) e sbilanciare nel nostro mix il rapporto carbonio azoto favorendo nel contempo marciumi.

Per gestire questi problemi è appropriato sminuzzare/triturare e omogeneizzare questi scarti di origine animale, aumentando in questo modo il materiale secco (carbonioso) disponibile. 

 



Come utilizzarlo

Il terriccio prodotto si sparge sul terreno dell’orto/giardino o nei vasi dei fiori quando è maturo, perché il processo di decomposizione è così completo e la materia compostata diventa omogenea. 

Può essere utilizzato come concime per arricchire il terreno dell’orto, giardino o mescolandolo alla terra del vaso, in orticoltura sinergica viene invece impiegato come terriccio base per il semenzaio per le sue peculiarità fertili.

Tecnicamente non esiste un periodo ideale per concimare, anche se l’ideale sarebbe per la concimazione di fondo, almeno un mese circa prima della semina o del trapianto delle orticole; solitamente però viene fatto nei mesi autunnali o in tardo inverno, quando avviene la preparazione del suolo per la successiva primavera.

E’ molto importante che la degradazione degli scarti vegetali non avvenga nel terreno coltivato, questo perché le radici degli ortaggi già presenti potrebbero risentirne. 

Il compost giovane e non ancora pronto, non va bene, in quanto rischia di provocare marcescenze che possono poi essere fatali alle orticole. La maturazione media è di circa 6/10 mesi, anche se dipende dalle condizioni ambientali e soprattutto dalla temperatura, infatti il caldo ne facilita il processo, mentre al contrario il gelo o temperature fredde lo interrompono; in ogni caso prima di utilizzarlo nell’orto è bene setacciarlo per meglio ridurre il diametro

Qualora vi fossero dubbi ed incertezze a che stadio di maturazione si trova il compost prodotto, prima di utilizzarlo è possibile stoccarlo per 20/30 giorni in un luogo o contenitore in cui potrà essere arieggiato almeno una volta a settimana prima di poterlo utilizzare.



 




martedì 17 maggio 2022

Concimazione e fertilizzazione

Per fertilizzazione, in agronomia, s'intende l'apporto di un materiale di qualsiasi natura, detto fertilizzante, con lo scopo di migliorare uno o più aspetti della fertilità del terreno (Wikipedia).

Ai sensi dell’articolo 2 della legge 748/1984 possiamo declinare la fertilizzazione e la concimazione:

  • Per fertilizzante si indica “qualsiasi sostanza che, per il suo contenuto in elementi nutritivi oppure per le sue peculiari caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche, contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario oppure al nutrimento delle specie vegetali coltivate o, comunque, ad un loro migliore sviluppo” e comprende prodotti minerali, organici e organo–minerali, che si suddividono in “concimi” ed “ammendanti e correttivi”.
  • Per concime si intende “qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, idonea a fornire alle colture l’elemento o gli elementi chimici della fertilità a queste necessarie per lo svolgimento del loro ciclo vegetativo e produttivo, secondo le forme e le solubilità previste dalla presente legge”.

Pianta di fagiolino, fondamentale per la fissazione dell'azoto atmosferico



E ancora, secondo il Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n.75:

  • Per fertilizzante si intende “qualsiasi sostanza che, per il suo contenuto in elementi nutritivi oppure per le sue peculiari caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario oppure al nutrimento delle specie vegetali coltivate o, comunque, ad un loro migliore sviluppo” e comprende prodotti minerali, organici e organo–minerali, che si suddividono in “concimi” ed “ammendanti e correttivi”.
  • Per concime si intende “prodotti la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante”.

Una corretta concimazione consentirà di avere ortaggi sani, salubri e 

qualitativamente migliori (rucola in inverno nell’orto circolare)



Dopo aver chiarito la differenza fra fertilizzante e concime, è bene introdurre un altro 

importante elemento utile al miglioramento della qualità del terreno, che servirà a piantare i nostri ortaggi: gli ammendanti. 

Sempre secondo l’articolo 2 della legge 748/1984 si possono così definire: 

  • Per ammendante e correttivo si intende “qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno”.

Secondo poi il Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n.75:

  • Per ammendante e correttivo si intende “i materiali da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o migliorarne le caratteristiche fisiche e/o chimiche e/o l'attività biologica”.

Cercando di semplificare i concetti sopra esposti, possiamo dire che una corretta concimazione migliorerà il terreno del nostro orto circolare, rafforzerà le piante e aumenterà sia la quantità che la qualità del nostro raccolto; per questo motivo sarà fondamentale concimare in maniera corretta.