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giovedì 14 novembre 2024

L’orto biologico

Il termine "biologico" deriva da grego ''bios'' e significa vita. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale, consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell'agrosistema: nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'agricoltura biologica si fonda sul rispetto dell'agrosistema e dell'ambiente, pur essendo in parte basata sull'ausilio di fitosanitari, che, al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale. 




La normativa
A livello normativo l'agricoltura biologica in Europa è stata regolamentata per la prima volta nel 1991 con il Reg. (CEE) nº 2092/91, aggiornato poi a giugno 2007 con un nuovo regolamento CE: Reg. (CE) nº 834/2007 che abroga i precedenti ed è relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di origine vegetale che animale.



Traslando i principi dell’agricoltura biologica all’orto, partiamo dalle regole fondamentali: non utilizzare pesticidi chimici, tutelare la biodiversità, praticare le giuste rotazioni colturali, alternare periodi di riposo al terreno e operare con lavorazioni leggere per preservare lo strato superficiale del suolo; punti indispensabili per una coltivazione armoniosa.
Essenzialmente per curare un orto biologico bisogna avere in primis cura della terra, cercando di capire che non va troppo sfruttata, ma bensì aiutata a rigenerarsi; in questo modo il terreno restituirà piante sane e robuste, che produrranno ortaggi salubri e gustosi in equilibrio e in armonia con l’ambiente.
Sono diverse le formule sperimentate per avvicinarsi a questo tipo di esperienza: dagli orti urbani condivisi, a quelli in affitto, dai più tradizionali orti familiari, magari nel proprio piccolo pezzo di terra vicino casa, o più semplicemente ai piccoli orti realizzati sul proprio balcone.






domenica 14 aprile 2024

L''orto

Il termine deriva dal latino hŏrtu(m)[«giardino» (occitano òrt, catalano hort, spagnolo huerta', portoghese horto), corrispondente al termine in greco antico χόρτος?, chórtos, "cortile", al gallico garth, all'alto tedesco antico garto (cfr. tedesco Garten e inglese garden), gotico 𐌲𐌰𐍂𐌳𐌰, garda (da cui forse lo slavo antico gradŭ, in russo город?, górod), da una radice indoeuropea *gʰórdʰos, «recinto»)[. (https://it.wikipedia.org/wiki/Orto) 



Perché fare l'orto

L’orto è una passione che può essere alla portata di tutti, per ottenere dei buoni risultati richiede solo alcune accortezze, buona volontà e soprattutto costanza, perché coltivare verdure può rivelarsi più semplice di quel che si crede.

Il senso di fare un orto sta nel volere, per le motivazioni più varie, prendersi cura della terra in modo che la terra si prenda cura di noi. Per il tempo che le dedichiamo ed è tempo sì di sforzo fisico ma è tempo di pianificazione, di pensiero, di organizzazione, di coordinamento e condivisione di compiti.

Produrre ortaggi propri è poi un ottimo modo per risparmiare anche denaro mentre ci si immerge in un esperienza unica nella natura. Inoltre, coltivare le proprie verdure, può consentire anche un risparmio economico qualora si riuscisse ad avere una certa autosufficienza di produzione, ma è anche utile per valorizzare e riscoprire il gusto e la consistenza dei propri ortaggi comparandoli con quelli acquistati. 

Sono diverse le formule sperimentate per avvicinarsi a questo tipo di esperienza: dagli orti urbani condivisi, a quelli in affitto, dai più tradizionali orti familiari, magari nel proprio piccolo pezzo di terra vicino casa, o più semplicemente ai piccoli orti realizzati sul proprio balcone.



Tipologie di orto

Ci sono diversi tipi di coltivazione orticola, da quello convenzionale (con l'ausilio della chimica), a quello biologico o sinergico fino ad arrivare al modello di orto naturale (praticato dal sottoscritto).

Quando si parla di orto biologico, si fa riferimento alla differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale, consiste nel livello di prodotti di sintesi chimica introdotti nell'agrosistema che nell'agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di concimi e fitosanitari prodotti in laboratorio, quindi da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l'orto biologico si fonda sul rispetto dell'agrosistema e dell'ambiente, pur essendo in parte basata sull'ausilio di fitosanitari, che, al contrario però, non contengono sostanze di sintesi, ma sostanze di origine organica e naturale. 

L’Agricoltura Sinergica invece, è un metodo di coltivazione elaborato dalla permacultrice e agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si tratta di un metodo agricolo naturale che si basa principalmente sull’osservazione dei processi naturali che portano alla presa di coscienza che è necessario mantenere l’organismo suolo autonomo ed in grado di rigenerarsi in relazione ai diversi elementi che possono essere equilibrati e protetti. Tale metodologia si basa essenzialmente sull’autofertilità del terreno e prevedere delle tecniche che, se correttamente applicate, permettono all’orticoltore di scegliere le sementi, studiare come consociarle, progettare gli spazi, il tutto in armonia con una corretta produzione vegetale e sostenibile ecologicamente.






giovedì 29 febbraio 2024

Orto familiare: alcuni piccoli consigli

Sono sempre più le persone che, avendo a disposizione un po’ di spazio, decidono di destinare una parte più o meno grande del giardino alla coltivazione di ortaggi e/o piante aromatiche. La realizzazione di un orto familiare è facile ma richiede tempo e passione, requisiti indispensabili per poter produrre e assaporare tutto l'anno ortaggi naturali e soprattutto controllati in ogni fase. Il costo è molto contenuto, infatti è possibile acquistare piantine di ortaggi di stagione pronte da trapiantare anche a meno di 0,35 € l'una o, se si preferisce, acquistare bustine di semi che però dovranno essere messe in vasi e tenute in una piccola serra (o ambiente un minimo controllato), per poi essere successivamente poste a dimora al momento giusto. Un piccolo orto domestico, oltre al piacere personale, riesce a fornire, se correttamente impostato, una notevole produzione di ortaggi ed erbe aromatiche per la cucina, coltivati magari senza l’ausilio di pesticidi e che possono essere consumati freschi.



La realizzazione
Per prima cosa occorre individuare nello “spazio giardino libero” una zona ben esposta, al riparo da vento e soprattutto gelate, in modo da riuscire ad ottenere qualche minima produzione anche nel periodo invernale (a parte, ovviamente nelle zone montane): quindi, una buona esposizione solare risulta essere un requisito fondamentale. La superficie necessaria dipende ovviamente dallo spazio disponibile e dalle singole esigenze: indicativamente, 40 mq di terreno correttamente coltivati riescono a soddisfare tranquillamente, nel periodo estivo di piena produzione, le esigenze di una famiglia composta da 4 persone. Nel caso in cui in giardino dovessero vivere animali domestici (cani e gatti) è consigliabile recintare la zona adibita ad orto con dei paletti in ferro distanti circa 1-1,5 m tra loro ed una rete metallica di protezione, con un’apertura sufficiente al transito di una carriola e, se viene utilizzata, della motozappa. Altro aspetto importante è che sia disponibile, all’interno dell’area o nelle vicinanze, una presa d’acqua, per facilitare l'irrigazione soprattutto estiva ed evitare di essere costretti a lunghi spostamenti. L’apporto di acqua, indispensabile per un’adeguata crescita delle piante, sarà diverso per ogni tipo di ortaggio. Infatti alcune piante non devono essere bagnate sul fusto (per evitare bruciature), mentre altre necessitano di una bagnatura più completa. Il momento ideale per l’irrigazione è la mattina presto o la sera al calar del sole. La coltivazione In ogni periodo dell’anno l’orto può essere produttivo, in estate in particolare si potranno raccogliere in abbondanza melanzane, cetrioli, zucchine, insalate, pomodori e peperoni, mentre durante l’inverno cavoli, verze e broccoli ma in quantità minore, soprattutto se sono state realizzate strutture semplici per la protezione dalle basse temperature (esempio pacciamatura o piccoli tunnel). Per la scelta del periodo di semina delle singole specie è consigliabile consultare il calendario delle semine disponibile nei garden o sulle riviste di settore, oppure più semplicemente seguire le indicazioni poste sul retro delle confezioni di semi. Alcuni ortaggi verranno seminati direttamente in campo (es. carote, prezzemolo) quando la stagione lo permette, per altri invece è consigliata la messa a dimora di piantine acquistate oppure ottenute, come già indicato, facendo germogliare i semi in piccoli vasi posti in luogo riparato. La preparazione del terreno, operazione di fondamentale importanza, viene eseguita in autunno o in inverno, quando comunque il terreno non risulta gelato, in modo da permettere la semina di alcune colture ad inizio primavera. I lavori sono per lo più la vangatura e un’energica zappatura per lo sminuzzamento delle zolle, eliminando le pietre più grosse che potrebbero ostacolare lo sviluppo delle radici e rendere più difficili le lavorazioni. Inoltre, particolare attenzione è da prestare alle erbe infestanti, che dovranno essere estirpate manualmente; in commercio si trovano anche diserbanti, ma non sono consigliati, per ovvi motivi, negli orti ad uso familiare. Fondamentale risulta anche l’apporto di elementi nutritivi al terreno, che se presenti nelle giuste quantità, soddisfano il fabbisogno nutritivo delle piante e il loro ottimale sviluppo. Alcuni di questi elementi sono necessari in quantità rilevanti, come l’azoto, il fosforo, il potassio e il calcio; altri sono sufficienti in tracce, come il ferro, il manganese, lo zinco, il rame, ecc.. Poiché però l'uomo con il raccolto allontana la pianta dal terreno e con essa tutte le sostanze assorbite dall'organismo vegetale durante il suo sviluppo, occorrerà “restituire” gli elementi di fertilità con un'operazione chiamata concimazione. I concimi sono quindi sostanze che, aggiunte al terreno, lo rendono adatto ad accogliere nuove colture. I concimi possono essere di due tipi: minerali e organici; questi ultimi sono i più consigliati in orticoltura, in quanto di origine naturale; il più impiegato è il letame, in particolare quello bovino; l’unica nota dolente del concime organico è generalmente la non conoscenza precisa di quantità e tipo di elementi nutritivi contenuti, a differenza di quelli minerali. In commercio si trova oggi stallatico confezionato, adatto per orti e giardini, composto da letame bovino, equino e torba, di facile impiego, che dovrà essere utilizzato nella quantità di alcuni chilogrammi al metro quadrato. Solitamente i periodi ottimali per la concimazione sono la ripresa vegetativa (fine febbraio) e la fine dell'estate (settembre), ma mentre in primavera è utile distribuire concimi a rapido assorbimento, alle porte dell'autunno è bene limitarsi a fertilizzanti liquidi magari già dosati, giusto per creare una riserva supplementare per l'inverno. Se invece, come spesso accade, si utilizzano concimi organici, è bene distribuire una piccola quantità di letame prima dell’autunno, per poi apportarne invece una dose maggiore a fine inverno, prima di iniziare i lavori di preparazione del terreno. Gli attrezzi L’attrezzatura necessaria dipenderà dalla abilità e dalla disponibilità economica, anche se rimane sottinteso che attrezzi idonei permetteranno di facilitare tutte le operazioni nell’orto; in ogni caso, l’attrezzatura minima indispensabile dovrà essere composta da zappa, zappetta, badile, vanga e rastrello. Poi, per chi dispone di una superficie più ampia e di una discreta disponibilità economica, l’acquisto di una piccola motozappa permetterà di svolgere le lavorazioni del terreno e la preparazione del letto di semina in breve tempo e con poca fatica.





martedì 28 febbraio 2023

Perché fare l'orto

Con il termine orto si indica di solito un appezzamento di terreno dal quale, a seguito di lavorazione, si ricavano vegetali e funghi commestibili - dietologicamente, gastronomicamente e commercialmente noti come frutta e verdura oppure ortaggi - officinali, tessili ed ornamentali nonché mutuali. (https://it.wikipedia.org/wiki/Orto) 


L’orto è una passione che può essere alla portata di tutti, per ottenere dei buoni risultati richiede solo alcune accortezze, buona volontà e soprattutto costanza, perché coltivare verdure può rivelarsi più semplice di quel che si crede.

Lavorare un appezzamento o un semplice balcone, per iniziare, serve anche per avvicinarsi alla “terra” e comprendere che i ritmi della natura, essendo diversi da quelli imposti dall’uomo, ben si conciliano con il fisico, perché più adeguati al benessere sociale della persona; inoltre, mantenere la biodiversità orticola ed evitare la perdita di numerose varietà autoctone, è fondamentale tanto quanto l’aspetto produttivo. 

Fare un orto è anche un’attività soddisfacente ed educativa, adatta pure come esperienza utile per i bambini, oppure per la riabilitazione in ortoterapia. Chiunque abbia un piccolo appezzamento di terreno, ma anche un semplice balcone, passione per l’ambiente e la natura, può farlo.

Sul web e in libreria, sono presenti diversi libri sull’ orto biologico, biodinamico, sinergico, biointensivo, tradizionale e in generale sulla coltivazione e i suoi metodi, questo manoscritto invece,  vuole essere un percorso che, diversamente da quanto già presente in commercio, non aspira a ripercorrere gli stessi contenuti e le stesse forme di comunicazione, ma cerca attraverso i principi cardine della coltivazione senza residui chimici, che potremmo definire biologica con principi sinergici, di utilizzare pratiche agronomiche e concetti base di economia circolare, fornendo elementi chiari per approcciarsi all’orto in maniera differente. 

Cercare di dare contenuto ai sogni e alle passioni è sempre difficile; tuttavia, in questo libro, cerco attraverso un linguaggio comprensibile, di fornire elementi chiari a tutti coloro che vogliono coltivare un orto naturale (io definisco bioorto) attraverso dei principi di circolarità (da economia circolare) che consenta di avere le basi per autoprodurre in maniera semplice e sana ortaggi naturali.

L’obiettivo di questo manoscritto è quello di trasmettere concetti tecnici di orticoltura mediante elementi di economia circolare legati al recupero e al riciclo, nel tentativo di valorizzare anche quegli aspetti che inevitabilmente finirebbero il proprio ciclo produttivo come scarto. Adatto ad appassionati e principianti, nelle pagine di questo manuale troverete consigli per una coltivazione in pieno campo inteso come appezzamento di terra per chi avesse la possibilità di avere terreno, oppure per coloro che non avessero l’opportunità di coltivare in un’apposita area orticola, indicazioni per operare sul balcone di casa. 

Dopo aver letto questo libro, per chi fosse alle prime armi, si avranno informazioni necessarie per poter iniziare a coltivare il proprio orto, mentre, per chi fosse già esperto, si potranno avere visioni diverse di coltivazione rispetto alle metodologie tradizionali.

In questo manoscritto saranno fornite le nozioni base di Agronomia, Chimica del terreno, Ecologia e di difesa vegetale, che permetteranno di approcciare la coltivazione orticola in maniera naturale e nel rispetto dell’ambiente, così da avere ortaggi autoprodotti sani e salubri. Saranno altresì forniti concetti base di economia circolare, che applicati all’orticoltura, daranno la possibilità da una parte di vedere il ciclo produttivo dell’orto attraverso una visione di risorse e non di scarti, dall’altra approfondire nozioni di economia che potrebbe poi essere applicato in moltissime situazioni di vita comune.

Vi saranno esempi utili e laddove possibile, anche fotografie, basate sulla mia esperienza e sui miei studi che consentiranno di poter applicare in pratica i concetti esplicati nei vari capitoli.


Per chi volesse seguire un corso sull'orto naturale attraverso la logica della circolarità mediante una coltivazione basata sul recupero e il riciclo, attraverso conoscenze di base di chimica, agronomia, patologia vegetale, concimazione, consociazione e rotazione delle colture orticole. Qui trovate il mio corso




Agr.Dott. Mauro Bertuzzi



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martedì 14 giugno 2022

Le principali avversità nell'orto

Le principali avversità delle piante si possono suddividere in tre tipologie in funzione della patologia: 

  1. Malattie crittogamiche – causate da spore di funghi o muffe.
  2. Batteriosi – dovute a batteri.
  3. Virosi – originate da virus.

Esistono poi le fisiopatie che sebbene non siano malattie vere e proprie, presentano in caso di manifestazioni, sintomi simili alle malattie, pertanto possiamo considerarle allo stesso modo delle patologie. Queste situazioni sono provocate da alterazioni della pianta dovute a condizioni particolari dell’ambiente e sue alterazioni, come per esempio la temperatura, la luce o l’umidità. Altra causa che spesso non viene considerata ma è molto importante, è la carenza di elementi nutritivi nel suolo, che, se non gestita correttamente può portare a malattie importanti; una spia di questo problema può essere l’ingiallimento fogliare.

Ripristinando però le corrette condizioni di coltivazione, in pochi giorni la pianta tornerà a crescere e a svilupparsi nel modo giusto, sarà però importante intervenire tempestivamente prima che lo stato di sofferenza manifestato vada a compromettere la coltura definitivamente. Esempio le ustioni (danni da sole) nei pomodori, queste si manifesteranno con macchie affossate di colore giallo o bianco come risultato dell'esposizione diretta alla luce solare. Un giusto equilibrio di macro-elementi, soprattutto di azoto e potassio, garantirà una buona copertura fogliare, riducendo di conseguenza l'esposizione del frutto alla luce solare diretta.


Oidio su di una foglia di pianta di zucca


MALATTIE CRITTOGAMICHE

Trattasi di patologie parassitarie causate da funghi o muffe che, qualora si dovessero manifestare sulla nostra pianta, non avremo alcuna possibilità di guarigione per il vegetale colpito, se non quello di circoscrivere il deterioramento eliminando le parti malate e trattando allo stesso tempo quelle sane.

Fra le malattie fungine più importanti per gli orti abbiamo il fusarium, la peronospora e l’oidio.


BATTERIOSI

Malattie causate da batteri, è possibile intervenire andando ad eliminare i microrganismi presenti risanando così la pianta.

Le principali batteriosi sono: Erwinia e Carotovora


VIROSI

Patologie causate da virus e trasmesse per lo più da pianta a pianta mediante afidi o altri insetti attraverso la puntura di tessuti vegetali.

Non esiste alcuna cura per il vegetale, vi è solo la possibilità di circoscrivere l’infezione cercando di non ripetere la coltura l’anno successivo nello stesso bancale. Occorrerà anche prestare attenzione all’utilizzo degli attrezzi adoperati per l’orto, questo per evitare il propagarsi del virus; pertanto, se dovessimo avere una pianta malata, oltre a non coltivarla nello stesso bancale l’anno successivo, sarebbe auspicabile disinfettare le forbici o il coltello utilizzato per potarla o raccoglierla.

Le virosi più comuni sono: virus del mosaico comune del cetriolo, virus del mosaico giallo dello zucchino, virus del mosaico della lattuga, virus Y della patata e arricciamento maculato del carciofo.





Agr.Dott. Mauro Bertuzzi



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martedì 17 maggio 2022

Concimazione e fertilizzazione

Per fertilizzazione, in agronomia, s'intende l'apporto di un materiale di qualsiasi natura, detto fertilizzante, con lo scopo di migliorare uno o più aspetti della fertilità del terreno (Wikipedia).

Ai sensi dell’articolo 2 della legge 748/1984 possiamo declinare la fertilizzazione e la concimazione:

  • Per fertilizzante si indica “qualsiasi sostanza che, per il suo contenuto in elementi nutritivi oppure per le sue peculiari caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche, contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario oppure al nutrimento delle specie vegetali coltivate o, comunque, ad un loro migliore sviluppo” e comprende prodotti minerali, organici e organo–minerali, che si suddividono in “concimi” ed “ammendanti e correttivi”.
  • Per concime si intende “qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, idonea a fornire alle colture l’elemento o gli elementi chimici della fertilità a queste necessarie per lo svolgimento del loro ciclo vegetativo e produttivo, secondo le forme e le solubilità previste dalla presente legge”.

Pianta di fagiolino, fondamentale per la fissazione dell'azoto atmosferico



E ancora, secondo il Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n.75:

  • Per fertilizzante si intende “qualsiasi sostanza che, per il suo contenuto in elementi nutritivi oppure per le sue peculiari caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario oppure al nutrimento delle specie vegetali coltivate o, comunque, ad un loro migliore sviluppo” e comprende prodotti minerali, organici e organo–minerali, che si suddividono in “concimi” ed “ammendanti e correttivi”.
  • Per concime si intende “prodotti la cui funzione principale è fornire elementi nutritivi alle piante”.

Una corretta concimazione consentirà di avere ortaggi sani, salubri e 

qualitativamente migliori (rucola in inverno nell’orto circolare)



Dopo aver chiarito la differenza fra fertilizzante e concime, è bene introdurre un altro 

importante elemento utile al miglioramento della qualità del terreno, che servirà a piantare i nostri ortaggi: gli ammendanti. 

Sempre secondo l’articolo 2 della legge 748/1984 si possono così definire: 

  • Per ammendante e correttivo si intende “qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno”.

Secondo poi il Decreto Legislativo 29 aprile 2010, n.75:

  • Per ammendante e correttivo si intende “i materiali da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o migliorarne le caratteristiche fisiche e/o chimiche e/o l'attività biologica”.

Cercando di semplificare i concetti sopra esposti, possiamo dire che una corretta concimazione migliorerà il terreno del nostro orto circolare, rafforzerà le piante e aumenterà sia la quantità che la qualità del nostro raccolto; per questo motivo sarà fondamentale concimare in maniera corretta.







martedì 12 aprile 2022

La semina nell'orto

La riproduzione dei vegetali può essere effettuata in due modi: via agamica o via gamica, vediamo nel dettaglio:

  • La tecnica agamica è basata sul trapianto di una parte della pianta;
  • La tecnica gamica è la riproduzione delle piante mediante spore o semi.

Attraverso il seme si riproducono la maggior parte degli ortaggi, mentre la propagazione via agamica, è invece molto diffusa negli alberi da frutto, sebbene talvolta possa interessare anche l’orto, nello specifico le piante aromatiche. 

Molto importante è il periodo di semina, in quanto da esso dipenderà anche il momento della raccolta; pertanto, è bene ragionare in termini di stagionalità, cercando di conoscere sia le tempistiche per seminare e sia i tempi di raccolta degli ortaggi.

Fondamentale è la metodologia, ossia cercare di dilazionare le tempistiche di semina su un ampio periodo in modo da avere un raccolto più graduale e prolungato, questo consentirà di scalare semine e raccolti.

Vediamo nelle quattro stagioni dell’anno cosa seminare o piantare partendo dalla stagione più fredda: l’inverno, per arrivare fino all’autunno seguendo la stagionalità.


Semi di fagiolino in contentitore di vetro in conservazione invernale



Inverno

È un periodo difficile soprattutto tra dicembre e febbraio in quanto il terreno spesso è gelato, soprattutto al nord, in più le condizioni climatiche non favorirebbero la germinazione e la sopravvivenza di molte piantine dell’orto.

In questa fase nel nostro orto circolare impianteremo aglio e cipolle, colture in grado di affrontare le gelate invernali e arrivare a raccolta a fine primavera/inizio estate.

Vi sono poi delle piante cosiddette perenni quali il rabarbaro e il carciofo, che potranno rimanere tutto l’anno, compreso l’inverno.


Primavera

Periodo fondamentale per la semina è la stagione primaverile, dove avremo di fronte diversi mesi in cui si potrà seminare e/o trapiantare le piantine del semenzaio nei bancali dell’orto circolare. 

Nei mesi che andranno da marzo a maggio, si potranno seminare quasi tutti i tipi di ortaggi esclusi ovviamente quelli invernali, molto importante in questo intervallo di tempo seminare o trapiantare varietà al momento giusto, in quanto in questo periodo ci si gioca buona parte del lavoro di tutto l’anno solare, pertanto, lavorando con accortezza e seguendo i ritmi corretti, getteremo le basi per un raccolto estivo/ autunnale ricco.


Semi di zucchine in fase di conservazione invernale


Estate

Nel segno della continuità rispetto al periodo precedente, si prepareranno le coltivazioni invernali e quelli autunnali. Attenzione alla germinazione, in quanto si dovrà controllare che il forte sole e caldo intenso, non mettano in difficoltà le piantine appena nate, così come anche la siccità. 

A partire da fine estate si potranno trapiantare colture orticole in grado di adattarsi alle basse temperature che, se piantate in questo periodo, potranno crescere e svilupparsi in autunno e potranno andare a maturazione e raccolta in inverno; i più importanti ortaggi sono: cavoli, broccoli, verze, porri e finocchi.


Autunno

Trascorso il caldo estivo si passerà a seminare o trapiantare quelle piante in grado di resistere alle prime gelate invernali, a partire da settembre sarà possibile seminare nel nostro orto circolare: spinaci, ravanelli, cipolle, lattuga, barbabietole, carote, cavolo, rucola, porro, valeriana, cicorie, radicchio, scarola, cime di rapa e aglio rosa. Ossia ortaggi abbastanza resistenti anche alle basse temperature, che però grazie alla nostra pacciamatura, saranno in grado di resistere al meglio ai primi sbalzi di temperatura legati al periodo.

Il mese di ottobre sarà ideale per trapiantare piante aromatiche come: erba cipollina, alloro, origano, salvia, timo, menta e rosmarino.





venerdì 18 marzo 2022

L'orto circolare

Economia circolare è una locuzione che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità. Secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, in un'economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera (https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_circolare).

Il modello di produzione e consumo noto come “economia circolare” o green economy, si basa sui principi di condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti, in modo tale che i beni esistenti possano durare il più a lungo possibile. Il sistema di produzione e consumo alimentare, è forse il settore che più di ogni altro che mostra gli impatti e le contraddizioni del modello lineare sui meccanismi che regolano lo stato di salute dei sistemi naturali e ambientali attraverso la perdita della biodiversità, le alterazioni del ciclo dell’azoto, del fosforo e il deterioramento nell'utilizzo del suolo.

L’agricoltura è un terreno fertile per l’economia circolare, dal settore primario infatti, arrivano reflui zootecnici, scarti alimentari e delle colture che rappresentano una fonte rinnovabile per il recupero di elementi che giocano un ruolo centrale per il rinvenimento e la trasformazione di risorse organiche in ammendanti o concimi naturali, capaci di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno.



Applicare i principi dell'economia circolare soprattutto al settore orticolo, puntando sul recupero delle risorse sottratte ma ancora in circolo come, per esempio, gli scarti alimentari facendo il compost, o il recupero di sottoprodotti quali le potature oppure interrando residui vegetali con una lavorazione minima, consentono di diminuire la quantità di rifiuti prodotti e migliorare allo stesso tempo la produttività salvaguardando la biodiversità e la qualità dei prodotti.

L’orto circolare è il metodo attraverso il quale coltivo il mio orto, applicando laddove possibile, i concetti di “circolarità” nel tentativo di recuperare, riutilizzare e lavorare sul principio di orticoltura organica. In pratica, per me, significa lavorare sulla rigenerazione del suolo e sulla corretta nutrizione delle piante, incrociando le buone pratiche orticole con le moderne conoscenze scientifiche sempre nel rispetto dei ritmi naturali.  

Fra i vari approcci scientifici, relativamente alla rigenerazione del terreno e alla sua fertilità, mi riferisco al modello di agricoltura blu (https://it.wikipedia.org/wiki/Agricoltura_conservativa), che attraverso una serie di pratiche agronomiche permette una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione sulla struttura, sul contenuto della sostanza organica e sull’entità del processo di erosione e conseguente degradazione. Nello specifico, applicandolo all’orticoltura attraverso principi e metodi sinergici (https://it.wikipedia.org/wiki/Emilia_Hazelip), cerco di apportare sperimentazioni che mi consentono di migliorare ma nello stesso tempo conservare la filosofia del “lasciar fare alla terra”.

Ragionare in termini di orto circolare, significa lavorare nel rispetto dei limiti ecologici uscendo dal paradigma dello sfruttamento della natura, per entrare in una logica di interscambi, sostenibilità, durevolezza e ciclicità; in questo modo, quello che potrebbe essere uno scarto di lavorazione o di fine produzione, può diventare una risorsa per un altro ciclo produttivo e così via, aumentandone il valore ecologico ed economico. 

Un esempio pratico e concreto è la biotriturazione, dove attraverso un biotrituratore meccanico, ho sminuzzato rami di potature in cippato utile per poi utilizzarlo come rincalzo di pacciamatura per l’orto.



Biotriturazione di rami residuali di potatura con cippato finale per pacciamatura



Per realizzare un orto circolare, sarà di fondamentale importanza pensare prima di tutto alla sua corretta progettazione, perché coltivare in modo naturale con logiche di recupero, richiede innanzi tutto alcune attenzioni particolari per non rovinare l’equilibrio dell’ecosistema.

Assimilate le logiche sinergiche, il primo passo da compiere sarà valutare il luogo in cui si vorrà impiantare l’orto circolare, verificando l’esposizione al sole e al vento, prendendo nota delle piante spontanee presenti in questo appezzamento in modo da fare una ricerca per capire che tipo di terreno si ha di fronte e che informazioni ambientali si possono ricavare. Per esempio, se vi saranno tarassaco e cardi, il suolo sarà argilloso, mentre un suolo ricco di azoto avrà magari delle ortiche, oppure un terreno con un pH acido potrà avere felci, ginestre ed eriche, e così via.

Molto importante sarà valutare anche la presenza di alberi o siepi, per capire eventuali zone d’ombra considerando anche il loro ciclo di sviluppo e la loro interazione con l’ambiente. Gli alberi fanno parte di un sistema, ed è un elemento in grado di svolgere diverse funzioni che dovranno essere valorizzate, tant’è che più un complesso sarà diversificato e più potrà essere resistente e durevole nel tempo. Fondamentale sarà l’azione delle radici degli alberi sull’infiltrazione dell’acqua, in quanto la loro azione di radicamento impatterà su una corretta gestione dell’erosione del terreno, favorendo in questo modo anche il nostro orto circolare. Un altro importante aspetto proverrà dalle foglie cadenti per l’apporto di biomassa (sostanza organica e minerali) al terreno, che consentirà di attivare una serie di processi che renderanno il suolo sempre più fertile. Inoltre, il legno che si ricaverà dalle potature potrà essere una risorsa da valorizzare come cippato per la pacciamatura delle nostre prose. 

Anche le siepi rivestiranno un’importanza di un certo rilievo, potranno infatti fungere da frangi-vento, ma, soprattutto, saranno rilevanti per la biodiversità nell’attirare insetti utili.

Una volta effettuati questi rilievi, sarebbe auspicabile fare un progetto su carta o con supporto informatico (io, per esempio, uso degli schemi su excel), in modo da pianificare e rappresentare lo spazio disponibile in proporzione (scala), tenendo conto anche della posizione dei punti cardinali considerando che l’ombra si proietta particolarmente verso nord.  

Dopo aver analizzato le diverse variabili, inizieremo a collocare su carta, i bancali e le aiuole rialzate su cui si andremo a coltivare, in modo da pianificare gli spazi, le colture da impiantare, le consociazioni e le rotazioni; questo schema servirà poi per realizzare in campo quanto progettato su carta.

Molto importante comprendere che alla base di questo concetto di orto circolare, vi è una visione di valorizzazione delle risorse, oltre che economica e di chiaro impatto ambientale, che se applicata in maniera concreta ed estesa, porterebbe beneficio a un intero sistema creando così un circolo virtuoso tout court.








domenica 20 febbraio 2022

Come progettare un impianto d'irrigazione in un orto circolare

Se disponiamo di uno spazio utile, sarà importante creare un sistema di recupero dell'acqua piovana fuori terra basato sul principio dei vasi comunicanti, che, raccogliendo una quantità di acqua da poter riutilizzare per irrigare l'orto, consentirà di recuperare questo prezioso liquido attraverso la pioggia dalle grondaie e nei pluviali invece di essere scaricata direttamente nelle fognature. 

A monte di tutto, se vogliamo riutilizzare l'acqua piovana, sarà necessario predisporsi ad una pulizia e manutenzione periodica delle grondaie in modo tale da evitare l’accumularsi dei detriti, delle foglie e quant'altro che poi finirebbe sicuramente nella cisterna intasando il filtro del collettore. La cosa migliore, sarà, quindi, quella di installare un parafoglie laddove la grondaia si congiungerà al pluviale, in questo modo bloccheremo la discesa del fogliame favorendo il deflusso del liquido; per il resto, si dovrà montare una cisterna (o barile o bidone) nelle vicinanze del pluviale per la raccolta dell’acqua piovana.

Qualora non si disponesse di una vasca di raccolta o non si potesse creare, sarà possibile irrigare prendendo l’acqua direttamente dal rubinetto del lavandino presente in giardino, oppure per chi ne avesse la possibilità, da un pozzo artesiano nel proprio appezzamento di terreno.





Dopo aver realizzato l’orto circolare, compresa la realizzazione dei bancali, a completamento della preparazione, dovremo realizzare e installare un impianto di irrigazione a goccia che possa portare acqua alle piante nei periodi di maggiore siccità.

Prima di ricoprire i bancali con materiale pacciamante organico, si dovranno posare dei tubi che attraversando l’orto, distribuiscano l’acqua dalla cisterna, dal rubinetto o dal pozzo artesiano, mediante tubicini forati posti sui nostri bancali.

I tubi forati, chiamati alette gocciolanti, dovranno essere installati su ogni bancale formando un quadrato o un anello.  Il diametro di questi tubi dovrà essere di circa 12-16 mm, che dovranno poi essere fissati sulla parte distesa del bancale mediante l’ausilio di appositi picchetti, sopra i quali si poserà uno strato di pacciamatura organica.

A questo punto se avremo seguito correttamente l’impostazione, ogni bancale sarà sormontato da un tubicino forato che lo percorrerà da ambo i lati piegandosi (attenzione ad evitare strozzature) e andando a formare due binari più o meno paralleli, che andranno poi a ricongiungersi nella parte alta e basale della prosa; in uno di questi punti, solitamente nella parte basale, si collegheranno per mezzo di una giuntura a “T”, collegata al tubo principale non forato, che dal nostro punto di raccolta (cisterna, pozzo o fontanella), invierà acqua a tutti i tubi forati, qui uno schema a titolo esemplificativo:


Schema impianto d’irrigazione realizzato su file xls


Al termine della messa in opera, comunque prima di procedere con la bio-pacciamatura, sarà auspicabile procedere ad una verifica dell’impianto, in modo tale da assicurarsi che tutte le zone vengano raggiunte in maniera uniforme dall’acqua, questo perché essendo il bancale ancora scoperto, sarà possibile verificare a occhio nudo la sua funzionalità.

La prova dell’impianto di irrigazione consentirà di verificare anche in quanto tempo tutta la superficie della parte piana del bancale si bagnerà e quando sarà completamente umida, questo perché a regime, l’acqua dovrà infiltrarsi lentamente verso il basso, così da raggiungere le piante che saranno coltivate. 

Grazie poi alla pacciamatura, si eviterà una rapida evaporazione dell’acqua, pertanto capire bene fino a punto il nostro impianto sarà funzionale, ci consentirà di evitare sprechi ed ottimizzare una risorsa sempre indispensabile.





Agr.Dott. Mauro Bertuzzi



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