martedì 11 agosto 2020

La filiera corta e la sua importanza strategica

I mercati alimentari di quartiere per un lungo periodo, per gli abitanti soprattutto delle città, hanno rappresentato una delle fonti principali di acquisto dei prodotti freschi come ortofrutta, latticini, carne e pesce, tuttavia la loro importanza a causa delle mutate condizioni di acquisto, è rapidamente diminuita negli anni. Nel corso del tempo, il fenomeno della vendita diretta è in qualche modo cambiato, attraverso i mercati contadini ha assunto tratti distintivi dal classico mercato rionale avendo modalità e logiche soprattutto di approvvigionamento diverse. Con questa nuova formula gli attuali mercati contadini, per come sono organizzati, presentano anche un valore aggiunto dal punto di vista sociale e culturale che i vecchi mercati cittadini tradizionali non avevano, in quanto spesso sono occasione di condivisione, scambio di informazioni e conoscenza sul mondo della produzione e dell’ambiente. La logica con la quale sono sovente organizzati, congiuntamente alla vendita dei prodotti agricoli, propone eventi, manifestazioni e momenti di riflessione, al fine di fornire informazioni ai consumatori e favorire la conoscenza e la comunicazione sulla produzione, trasformazione agricola e l’ambiente, dando quel valore aggiunto in termini di storytelling che il consumatore moderno cerca.


La filiera corta


Modelli di filiera corta diversi

Il modello dei farmers’ markets (mercato degli agricoltori) è stato importato dagli Stati Uniti e arrivato poi anche in Europa e quindi in Italia; oggi giorno negli Usa i farmers’ markets sono principalmente ubicati nelle grandi metropoli, ma con una rilevante differenza rispetto al modello prevalente in Italia soprattutto a livello di prodotti venduti, in quanto negli States sono soprattutto alimenti di consumo quotidiano, non contraddistinti da particolari caratteristiche qualitative, come invece avviene nel nostro paese, dove le specialità tradizionali regionali e locali, con i prodotti tipici la fanno da padrone.

In Europa, rispetto all’Italia, molti paesi hanno sviluppato varie forme di vendita diretta: in Francia per esempio, questa modalità commerciale, è una realtà consolidata che copre una buona parte del mercato agroalimentare, nel Regno Unito si contano parecchi farmers’ markets, frequentati da una buona fetta di consumatori all’anno con un giro considerevole, in Germania invece, sono attivi più mercati contadini, il cui successo è dovuto specialmente alla riconoscibilità del logo riportato sulle strutture di vendita, sui pack e sui volantini promozionali.

In generale nel resto d’Europa, i mercati a filiera corta di vendita diretta, utilizzano dei criteri prioritari di identificazione quali: la minore distanza tra produzione consumo (modello km0 italiano), la dimensione ridotta delle aziende e dei volumi prodotti ed i metodi di produzione come il biologico.



L’importanza strategica della filiera corta 

La vendita diretta per un’azienda agricola rappresenta una opportunità di garanzia di reddito per accrescere o integrare quello derivante dalla produzione primaria. È un’ottima occasione per avere uno sbocco commerciale soprattutto per quelle imprese situate in aree marginali o per i piccolissimi produttori, oppure anche per chi coltiva per l’auto-consumo e periodicamente ha delle eccedenze da vendere, o invece anche per aumentare il valore aggiunto dei beni primari per coloro che attuano un’attività di trasformazione. Dal punto di vista economico, i caratteri di stagionalità e territorialità che distinguono la vendita diretta consentono decisi risparmi in termini di costi di produzione, in più la possibilità di rispettare il ciclo naturale delle stagioni, consente di limitare l’uso dell’energia necessaria, ed in più evitando lunghe filiere, avviene anche un risparmio sul trasporto e sui costi di conservazione, imballaggio e carburante.

I vantaggi per l’imprenditore agricolo oltre che sui ricavi, sono anche di contenimento dei costi di produzione, in più l’assenza di intermediazione ha un impatto determinante sul fattore prezzo, tanto che spesso i prodotti veicolati tramite canale diretto sono generalmente più convenienti per i consumatori rispetto a quelli proposti dai canali tradizionali a parità di fattori qualitativi.

Contestualmente al risparmio per i consumatori, corrisponde anche la possibilità per il produttore di ottenere una remunerazione ritenuta più adeguata a parità di fattori produttivi impiegati e di vedersi riconoscere una parte di quel valore che solitamente si disperde nei vari passaggi lungo una filiera lunga. Inoltre, in questo canale corto di commercializzazione, abitualmente è possibile garantire una trasparenza sulla formazione del prezzo che il consumatore può valutare, fattore che diventa complicato in caso di filiera con diversi intermediari.

Tra gli aspetti che possono attirare i consumatori verso la vendita diretta, vi sono anche quelli di tipo ambientale e culturale, che ormai un consumatore attento ritiene fondamentale. L’attenzione poi al prodotto a km0, consente di attribuire un’indubbia connotazione di sostenibilità ambientale alla spesa alimentare, dando quel valore aggiunto oggigiorno sempre più ricercato. Un altro contributo legato al rispetto dell’ambiente relativamente al canale della vendita diretta, è legato al packaging dei prodotti freschi e freschissimi, veduti localmente, che hanno indubbiamente un minor impatto in termini di scarti e residui collegati all’uso degli imballi; inoltre, molto spesso, questo canale commerciale a corto raggio, diventa uno strumento ideale per la diffusione dei prodotti biologici e da agricoltura integrata, ottenuti con minore uso di input chimici.

Infine, non per ordine d’importanza, un aspetto molto importante è l’ambito socioculturale di comunicazione attraverso il rapporto diretto con le aziende agricole, che diventa un’occasione per recuperare un contatto con il mondo rurale e di rapporti interpersonali ormai persi nella società moderna, veicolando la qualità dei prodotti in termini di freschezza e di genuinità, ma anche di conoscenza dei cicli stagionali e delle peculiarità colturali locali.





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